Scultura

Scultura lignea medievale

Madonna lignea con bambino
Opera risalente al XIII secolo di autore e provenienza ignote, probabilmente era contenuta originariamente all’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta.
La statua è molto danneggiata a causa delle pessime condizioni di conservazione, soltanto in tempi molto recenti l’opera ha subito un restauro che ne ha salvato, anche se soltanto in minima parte, la plasticità del panneggio e la colorazione.

San Michele Arcangelo
Statua proveniente dalla chiesa del Castello, originariamente completato da ali, spada in metallo e un serpente, oggi andati perduti. La policromia a carattere notevolmente decorativo e il panneggio ricco, oltre alla datazione stimata alla seconda metà del XIV secolo, hanno fatto ipotizzare l’attribuzione alla bottega di Piero d’Angelo, padre del più celebre Jacopo della Quercia.

Gruppo dell’Annunciazione – Piero d’Angelo
L’opera forse più nota e significativa è il gruppo scultoreo raffigurante la Vergine e l’Angelo Annunciante, che grazie al documento di commissione ancora oggi conservato presso l’archivio Diocesano sono databili al 1394 e attribuibili con certezza alla mano di Piero d’Angelo.

Scheda BeweB (Vergine)
Scheda BeweB (Angelo annunciante)

Il tabernacolo di Matteo Civitali

Quest’opera è attribuita ad uno dei protagonisti del rinascimento lucchese: Matteo Civitali e per la sua forma iconica e per la sua bellezza è stata scelta come opera rappresentativa del MABe, infatti l’oculo circondato dai raggi del sole, che costituisce il fulcro di quest’opera è diventato il logo del Museo.

La funzione: La scultura viene comunemente chiamata “tabernacolo”, forse per la sua funzione secondaria, ma in realtà si tratta di un “ostensorio monumentale”, ovvero il luogo in cui veniva esposto il corpo di Cristo per essere venerato dai fedeli, al centro infatti si trova un oculo circondato da un sole raggiante che rimanda alla luce di Cristo, che si dona agli uomini tramite l’eucarestia. La lunetta che sovrasta l’architrave è inoltre costituita da una conchiglia contenente i simboli dell’eucarestia ovvero il calice e l’ostia, simboli del sangue e corpo di Cristo.

Lo stile civitalesco: riconoscibile grazie al confronto con altre opere, sono ricorrenti festoni e ghirlande che richiamano i bassorilevi di epoca romana, ai lati si trovano anche due lesene sormontate da candelabre, che ricreano i motivo “a grottesca” molto in voga fra gli artisti rinascimentali soprattutto a partire dal 1480 quando a Roma fu ritrovata la Domus Aurea di Nerone. L’architrave ospita un cherubino molto simile a quelli che Civitali mise in opera nella facciata del Duomo di Lucca, un elemento che è stato molto utile anche per effettuare un’attribuzione certa in anni recenti.

Scheda BeweB (Tabernacolo)

L’altare ligneo

Sulla parete di fondo dell’oratorio troviamo un altare ligneo risalente al XVIII secolo, lo stile architettonico della struttura infatti ricorda quelle che sono le prime tendenze neoclassiche del secolo. L’opera viene attribuita ad una bottega locale, anche se non si hanno indicazioni certe, quello che possiamo affermare con certezza è che questo fu commissionato appositamente per questo luogo. Sulla parete retrostante si trovava un affresco databile al primo decennio del 1600 , che grazie agli ultimi restauri è stato in parte recuperato. L’altare infatti teneva conto di tutti gli elementi che erano presenti nell’affresco murario, risalente probabilmente al primo decennio del XVII secolo; inoltre era stata aggiunta una pala d’altare che riproduce fedelmente la rappresentazione della Trinità visibile oggi sulla parete.

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Scheda BeweB (Altare)

Bibliografia:
– N. Laganà, Da Menabbio a Benabbio- Storia religiosa e civile della comunità, ricostruita attraverso i documenti di archivio parrocchiali, arcivescovili e statali, Firenze 2007.
Tesori d’arte a Benabbio. Art treasures in Benabbio, Catalogo, Lucca 2015.