A dominare sul fondovalle, con il suo castello medievale e la sua peculiare e altissima antenna televisiva, c’è Lugliano, un piccolo paese che conserva ancora la sua cinta muraria.
La storia
Sullo stemma del paese, a raccontarci la storia di un’etimologia sbagliata, c’è Giano Bifronte, così tanto radicato nella tradizione popolare da trovarsi lì. Gli abitanti di Lugliano erano convinti che il nome del loro paese derivasse dal latino lucus Jani, ovvero “bosco di Giano”. In realtà il terreno di Lugliano apparteneva in età tardoantica, al colono Lollius, da cui deriva l’attuale nome. Fu un feudo dei Suffredinghi, fino al loro bando dal territorio di Lucca. Il resto della storia di Lugliano è simile a quella degli altri borghi della Val di Lima.
Il paese e la Chiesa
La strada che porta al Castello passa per la piazza centrale, su cui si affaccia la Chiesa parrocchiale di San Jacopo. La chiesa, inizialmente dedicata a San Martino, fu ampliata già nel 1118; dopo un ulteriore ampliamento del quattordicesimo secolo rimase inalterata finché non venne murata la volta maggiore, a metà dell’Ottocento. Nel 1915 vennero rinnovate la facciata e la pavimentazione.
L’interno della chiesa ha tre navate, divise da colonne di pietra. Al suo interno troviamo varie opere d’arte: una Madonna in trono di scuola robbiana, la Circoncisione di Cristo del pittore Matteo Rosselli e una scultura lignea della scuola di Matteo Civitali.
Particolarissima, nel paese, è la cinta muraria: la strada per attraversarlo la costeggia tutta, passando anche per gli abitati. I cittadini di Lugliano chiamano questo percorso “fil di cima, fil di mezzo, fil di fondo”.
Da questo piccolo pezzo di medioevo, con la sua bizzarra antenna, passa la strada che arriva, in soli sette chilometri, alle Pizzorne. È facile immaginare il bellissimo panorama che troviamo ad accoglierci subito fuori da Lugliano.