Bagni di Lucca è il Comune che oggi raggruppa le storiche comunità della Val di Lima. La storia degli abitati connessi al Comune parte dall’Età del Bronzo e dal periodo romano; la zona centrale a valle diventa importante nel corso del Quattrocento, per la presenza di rinomate acque curative. A partire da questo periodo Bagni di Lucca figura nell’itinerario europeo del benessere con le sue sette stazioni termali. Intorno a questo tesoro naturale, i nobili e i regnanti costruirono centri d’intrattenimento e palazzi, creando uno snodo culturale per il quale si impegnarono dinastie influenti come quella dei Baciocchi (1805-1815) e dei Borbone (1815-1847).

La comunità inglese
La Toscana era un passaggio obbligato del Grand Tour, un itinerario sette-ottocentesco che i giovani aristocratici europei intraprendevano per studiare nei centri culturali maggiori della civiltà del Vecchio Continente. La funzione centrale di Bagni di Lucca venne meno con l’annessione di Lucca al Granducato di Toscana, nel 1847. Molti nobili europei però, continuarono a innamorarsi della Val Di Lima e a soggiornarci.
All’inizio dell’Ottocento, il colonnello Henry Stisted e sua moglie, Elizabeth Clotilde Stisted, si stabilirono a Bagni di Lucca. Erano persone di grande cultura, intelligenza e prestigio: il colonello Stisted aveva combattuto a Waterloo contro Napoleone, Elizabeth Clotilde ospitava intellettuali di grande calibro e attorno al suo cenacolo si costituì una consistente comunità inglese che cambiò l’assetto culturale della Valle.
La chiesa anglicana
La neonata comunità inglese presto sentì la necessità di un luogo di culto in cui identificarsi e dove poter aggregarsi durante le funzioni religiose. Il percorso che portò alla realizzazione di un effettivo luogo di culto anglicano fu lungo, infatti nel 1829 ottennero l’autorizzazione di riunirsi nella hall dell’Hotel Pellicano, ma il permesso per costruire effettivamente un edificio fu ottenuto solamente nel 1840 e a una condizione: la Chiesa non avrebbe dovuto essere identificata come luogo di culto, ma come “Palazzo della Nazione Inglese”, per il timore che la Chiesa Cattolica aveva di veder convertire i fedeli a un nuovo credo. La progettazione del palazzo fu affidata a Giuseppe Pardini che lo realizzerà in stile neogotico e i fondi vennero raccolti principalmente da Elizabeth Clotilde che, con questo fine, scrisse e vendette il libro Letters from the bye-ways of Italy. Dopo un’intensa attività durata fino al 1936, la Chiesa venne riaperta dal Comune e trasformata nella sede della Biblioteca di Bagni di Lucca.

Il cimitero inglese
Parallelamente alla fondazione della chiesa nacque il cimitero, che ospitò non solo i nobili inglesi defunti a Bagni di Lucca, ma anche persone che, affascinate dalla bellezza e dall’amenità della Val di Lima, espressero la volontà di farsi seppellire nel comune toscano. Il trasporto, la custodia e l’inumazione delle salme erano di responsabilità dei coniugi Stisted, che avevano perfezionato con il tempo la gestione dei documenti e della burocrazia legata al funerale. Nel perimetro delle mura che lo circondano troviamo anche una piccola cappella neogotica, dedicata alle onoranze funebri. Il cimitero venne chiuso nel 1953. Ad oggi, nonostante le ricerche archivistiche e le epigrafi sulle lapidi, conosciamo i nomi di soli 139 defunti su 427 sepolture. A riposare nel cimitero inglese di Bagni di Lucca sono varie personalità da ogni parte del mondo: la scrittrice francese Louise de la Ramée, meglio conosciuta come Ouida, i coniugi Stisted, Ernst Georg Gryzanowski e sua moglie Jessie animalisti convinti che protestarono contro la vivisezione degli animali. Sepolte vicine, insieme anche dopo la morte, troviamo Rose Elizabeth Cleveland, la sua compagna, attivista politica per i diritti degli Indiani d’America, Evangeline Whipple, e l’artista e poetessa loro amica Nelly Erichsen.

Ville e palazzi ai Bagni alla Villa
Nell’ottica di creare un ambiente architettonico e artistico che fosse degna cornice dell’ambiente culturale e naturale delle terme, per il centro storico della cittadina termale di Bagni di Lucca sin dal 1400 non furono pensati solo centri di aggregazione ma veri e propri piani urbanistici. Si pensò, in particolare, a una maniera per incastonare i palazzi all’interno di ampie zone verdi. Il caso più importante fu quello del progetto di Elisa Baciocchi, che con un’equipe di architetti e urbanisti ideò un reimpianto totale delle aree verdi in modo che le proprietà al loro interno lasciassero più spazio possibile alla natura. Già da prima dell’Ottocento, però, vennero pensati per l’area di Bagni di Lucca progetti architettonici interessanti: è il caso di Villa Ada, alimentata totalmente con acque termali, trasformata completamente nel Cinquecento, poi modificata dai vari possessori, tra cui il nobile scozzese Mc Bean che aggiunse delle singolari torrette poligonali che gli danno l’aspetto di un palazzotto neogotico.
Villa Buonvisi-Webb
Villa Buonvisi, edificata nella seconda metà del Cinquecento, era una delle più sontuose di Bagni di Lucca. Ne parla Michel De Montaigne, che in visita a Bagni di Lucca nel 1581 ne rimane colpito per l’eleganza e la bellezza. Nel 1629, dopo un periodo di crisi economica, i Buonvisi furono costretti a vendere la Villa a un banchiere inglese, John Webb, che decise di mantenere l’impianto cinquecentesco dei giardini, lasciò la fontana già presente alimentata da acque termali e aggiunse, secondo il gusto inglese, il cosiddetto “Arbour”, un boschetto all’inglese, dedicato alla lettura e all’arte. Villa Buonvisi-Webb ospitò nel corso della storia, tra gli altri, Vittoria della Rovere, Giacomo III Stuart e Lord George Byron.

Il teatro accademico
Il Teatro venne fondato nel 1790 per volere di un circolo di intellettuali di Bagni di Lucca detti “Gli Accademici”. La sua architettura rispecchiava quella dei teatri contemporanei, a pianta ellissoidale con vari ordini di palchi. L’attività del teatro fu di centrale importanza nella zona, fino all’apertura. Il teatro rimase attivo anche durante la Seconda Guerra Mondiale sotto la direzione dei soldati nazisti, che permisero l’ultimo concerto del violinista locale Adolfo Betti. Al termine del conflitto il teatro per un breve periodo fu tenuto aperto dal Circolo Universitario Lima, un collettivo di giovani che tentò di riportare la serenità a Bagni di Lucca per mezzo di rappresentazioni teatrali. La loro attività continuò fino al 1949, dopodiché il teatro, ormai trasformato in cinema, venne ceduto negli anni ’70 al Comune, che lo riaprì nel 1986.
