Pittura

Le nature morte di Girolamo Scaglia (XVII sec.)

All’interno del museo sono conservate due nature morte dipinte dal celebre pittore barocco lucchese Girolamo Scaglia, il quale a sua volta fu allievo del pittore lucchese Pietro Paolini, inoltre ebbe contatti con la pittura emiliano-bolognese e con quella fiorentina. Questi dipinti dal soggetto puramente estetico e decorativo presentano comunque quelle che sono le fondamentali caratteristiche stilistiche distintive del loro autore, infatti il modo in cui la luce e le ombre modellano i fiori o gli strumenti musicali è lo stesso utilizzato nelle sue grandi opere monumentali in ambito lucchese e romano, inoltre la dovizia di particolari rende questi due quadri unici nel loro genere.

La due assunzioni – Giovanni Maria Corsetti (XVII sec.)

Questa coppia di opere dal soggetto simile, sono attribuite al pittore locale Giovanni Maria Corsetti, molto attivo a Benabbio nella prima metà del 1700, infatti sono numerose le opere conservate nel complesso museale e attribuite alla sua produzione fra cui la più significativa è senza dubbio l’Ultima Cena conservata nell’Oratorio del Santissimo Sacramento.
Queste due tavole rappresentano l’Ascensione della Vergine fra gli angeli e l’Assunzione di Cristo fra gli Apostoli e la stessa Vergine, entrambe le raffigurazioni sono ricorrenti nelle altre opere del Corsetti a Benabbio, come ad esempio negli stendardi o nelle molte insegne processionali; in particolare l’iconografia della Vergine Assunta è molto ricorrente per il fatto stesso, che a questa è intitolata la chiesa parrocchiale del paese.

La pala d’altare della Trinità (primo 1600)

Questo dipinto originariamente altro non era che la pala d’altare collocata, al disopra della mensa dell’Oratorio della Santissima Trinità. La pala settecentesca raffigura in maniera quasi filologica la raffigurazione dell’affresco sottostante, databile al secolo precedente, infatti possiamo vedere la figura della Trinità, rappresentata secondo l’iconografia masaccesca (Cristo padre che sorregge la croce del figlio, con una colomba che scende sulla sua testa). L’immagine appare ai fedeli in una nube di fumo accompagnata da angeli e cherubini, le persone prostate a pregare ai piedi della croce sono i committenti dell’opera ovvero i paesani facenti parte della Compagnia della Santissima Trinità, con sede proprio in questo oratorio.

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Scheda BeweB (Pala d’altare)

Bibliografia:
– N. Laganà, Da Menabbio a Benabbio- Storia religiosa e civile della comunità, ricostruita attraverso i documenti di archivio parrocchiali, arcivescovili e statali, Firenze 2007.
Tesori d’arte a Benabbio. Art treasures in Benabbio, Catalogo, Lucca 2015.

Sitografia: Enciclopedia Treccani